domenica 17 aprile 2011

Martini cocktail

Nel film "Il laureato", Ann Bancroft, ovvero Mrs Robinson, va al Taft Hotel, dove di lì a poco inizierà la sua storia di sesso con Dustin Hoffman, ovvero Benjamin, ordina un Martini e le viene in mente una poesia, forse di Doroty Parker:

«I like to have a Martini,/ Two at the very most./ After three I’m under the table,/ After four I’m under my host».

Apocrifi o meno, i versi in questione rimandano a una verità quantomeno palese. Un doppio Martini è la perfezione dei sensi, quel che viene dopo, che sia sotto un tavolo o dentro un letto, è semplice ubriachezza... 

Ingredienti:

  •  6 cl di Gin  (io prediligo il Bombay Sapphire per il suo gusto più delicato)

  • 0,75 cl / 1 cl di Martini Dry

Raffreddate un martini glass con del ghiaccio. Ripetete l’operazione in un boston glass (o un tumbler), avendo cura di non lasciare acqua sul fondo, quindi versate gli ingredienti. Miscelate energicamente col bar spoon. Buttate il ghiaccio dal martini glass e versate pure il cocktail aiutandovi con uno strainer. Guarnite con una o più olive o con lemon twist. Servite subito.



Però, come non perdersi di fronte a un flûte di cristallo dal gambo lungo che poi si allarga come fosse una piramide rovesciata, colmo fino all’orlo di un liquido perlaceo eppure trasparente che alla luce manda riflessi giallognoli e nel quale ti puoi specchiare? Una volta bevuto, senti lo stomaco allargarsi e nel corpo una sensazione di quieta felicità e quando fai il bis comincia a impadronirsi di te una sottile euforia, come se niente al mondo ti possa o ti debba preoccupare.

1 commento:

  1. Il martini, bianco ma anche rosso, è uno dei miei cocktail preferiti, se non quello che preferisco in assoluto.
    Ha quel sapore particolare che te lo fa odiare o amare.
    E concordo in pieno anche sull'eleganza e la raffinatezza del bicchiere nel quale viene servito.

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